Tangoterapia
Migliora la funzionalità delle articolazioni, previene le retrazioni muscolari, ma soprattutto influisce positivamente sull'umore. La «tangoterapia», da alcuni mesi in sperimentazione a Brescia nel reparto di riabilitazione neurogeriatrica della Domus Salutis sui malati di Parkinson, secondo gli esperti sta dando ottimi risultati: «Abbiamo notato che le signore che partecipano alle sedute spesso iniziano a truccarsi e ad indossare bigiotteria - racconta Luciano Maffina, fisioterapista della Domus Salutis - Per questi malati, che spesso si sentono esclusi, uno stimolo importante anche per la socializzazione».
Miglioramenti anche nella camminata all'indietro, una delle azioni più complesse per un malato di Parkinson, che spesso tende alla festinazione o a bloccarsi. Ma il tango dev'essere comunque inserito in un intervento riabilitativo più complesso e multidisciplinare: «Qui i pazienti restano in genere per quattro settimane - spiega la dott.ssa Patrizia Crippa, responsabile del reparto di riabilitazione neurogeriatrica della casa di cura di via Lazzaretto - e vengono seguiti da medici, fisioterapisti, logopedisti, neuropsicologi, dietisti e assistenti sociali. Tra le attività più stimolanti la ginnastica in acqua e la terapia occupazionale, che prevede la simulazione di attività quotidiane in un appartamento fittizio».
Dei primi risultati del trattamento «a base di tango», a cui hanno partecipato una trentina di pazienti, si parlerà anche in un convegno organizzato alla Domus Salutis il 27 febbraio: «Presenteremo il nostro protocollo riabilitativo - annuncia Crippa - che si ispira alla letteratura medica d'oltreoceano, visto che in Europa mancano ancora linee guida standardizzate nella cura di questi pazienti».
Obiettivo: coinvolgere Asl, medici di medicina generale e le altre strutture riabilitative in una rete che offra assistenza continua e quanto più idonea ai malati, che nella nostra provincia sono in costante aumento. «I pazienti parkinsoniani - sottolinea Crippa - sono aumentati in un solo anno del 20% nel nostro reparto e l'impressione è che saranno sempre di più».
Clara Piantoni